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L’importanza della consulenza per il futuro dell’imprenditoria italiana, degli imprenditori e dei dipendenti/collaboratori

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L’importanza della consulenza per il futuro dell’imprenditoria italiana, degli imprenditori e dei dipendenti/collaboratori

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Potrebbe sembrare un bel titolo “attira like”, composto da un sacco di parole chiave che trasversalmente vanno ad intercettare più categorie lavorative. Una furbata, no?

La ricetta è facile, metto dentro termini come Importanza, Futuro, Imprenditoria, Consulenza, o poi Italia, Dipendenti ed il gioco è fatto! Bel titolo, poco contenuto.

Invece mi pongo un obiettivo (altra parolina magica, direte); quello di poter stimolare un ragionamento che possa portare ad interpretare e decodificare la funzione della consulenza aziendale oggi e nel futuro.

Partirei dalla parola Importanza (lasciamo stare l’etimologia). Cosa vuole dire essere importante e soprattutto che valore diamo a questa parola?

Non ho mai contato quante volte dico oppure sento dire questa parola quotidianamente (probabilmente qualcuno lo ha fatto), ma sicuramente è molto diffusa nel nostro lessico di tutti i giorni. E non solo perché, forse, usiamo questa parola impropriamente, ovverosia anche quando le cose non sono davvero così rilevanti, ma, sempre forse, perché crediamo sul serio che tutto sia dannatamente imprescindibile. E’ un po’ la società di oggi, del tutto e subito, nulla è procrastinabile, nulla è rimandabile.

In questo contesto, parlando di imprenditoria, una buona parte la fa la “difficoltà di delega” che attanaglia l’imprenditore, soprattutto della micro e piccola azienda, ma questo è un altro discorso.

Quindi, riflettendo, se tutto è assolutamente Importante, ma proprio tutto, allora cosa è davvero Importante?

E’ palese che non abbia una risposta, mi capita spesso!

Dovremmo forse chiedere direttamente all’imprenditore cosa è importante per lui, ascoltarlo e capire il valore che lui stesso dà a questa parola. Cosa intende per importante. Capita spesso che argomentando in questo modo, apertamente, senza nessun giudizio e pregiudizio, possa iniziarsi a sgretolare il muro di “cose importanti” costruito negli anni, arrivando a far affiorare le cose/persone/obiettivi e scopi che veramente definiscono l’importanza per la persona-imprenditore.

Perché, vi chiederete, tutta questa enfasi per una parola comune ed inflazionata?

Se vogliamo capire dove si trova e vorrebbe andare l’imprenditore,(inteso come percorso di crescita), quali sono i suoi progetti, dubbi, problemi, dobbiamo assolutamente ed empaticamente chiederci:

Cosa ritiene importante? Che cosa è importante per lui?

Diversamente, come consulenti, rischieremmo di non centrare il risultato, aiutandolo, supportandolo, stimolandolo si, ma verso un obiettivo che non è propriamente il suo.

Definita l’importanza, è basilare capire cosa è e cosa si intende per Consulenza. Anche questa parola abusata ed utilizzata oggi in tantissimi contesti.

Sono convinto che se chiedessimo a 100 titolari d’impresa cosa intendono per Consulenza, riceveremmo 100 risposte diverse e, con molta probabilità, tutte a ragione.

E’ ormai appurato che la consulenza cambia ed è cambiata in relazione al cambiamento del paradigma d’impresa, delle epoche, dei decisori, delle generazioni, della tecnologia, etc.

Oggi l’imprenditore sta vivendo un periodo assolutamente particolare, forse come mai è accaduto prima; gli eventi si stanno rincorrendo ad una velocità esponenziale e nessuno ha più il tempo per assorbire i cambiamenti, soprattutto se raffrontato a 30/40/50 anni fa.

Oggi per avere un’idea(non certezza) di quello che sarà il domani, si deve guardare al dopodomani. Semplicemente non siamo preparati, almeno la stragrande maggioranza delle micro-piccole-medie imprese italiane.

L’idea che si è fatto l’imprenditore sulla consulenza è figlia di esperienze passate, preconcetti, paure, difficoltà etc. E di certo non possiamo biasimarlo, le esperienze servono per ricordare.

Forse, analizzando con calma la situazione, potremmo focalizzarsi su cosa potrebbe e dovrebbe essere la Consulenza oggi.

A mio avviso, anzitutto, un momento di Confronto e Riflessione! Che detto così, sa tanto di ”tutta questa pappardella per dire una banalità del genere?”. Il concetto non sta tanto nell’espletamento della consulenza, nei suoi diversi campi d’azione e gradi di difficoltà, ma risiede proprio nell’atto del confronto e riflessione.

Un momento che l’imprenditore regala a se stesso per il bene della società. Spessissimo, anche solo rallentare l’imprenditore e proporgli punti di osservazione leggermente differenti dai suoi, ai quali va a braccetto da anni, fa una straordinaria differenza.

Ovvio, ci vuole una grande Professionalità da parte del Consulente ed una predisposizione all’umiltà ed apertura mentale da parte dell’imprenditore. Capita ancora spesso, troppo spesso, che per mancanza di una delle due parti(qui non si parla di colpe), si possa perdere l’opportunità di una collaborazione sostanziale per la crescita sia personale che aziendale.

Quindi, chiosando l’argomento consulenza, non dovrebbe essere più vista come“ tu hai un problema, io ho gli strumenti e te lo risolvo”, bensì, “andiamo insieme a vedere se davvero c’è un problema (se l’imprenditore capisce che ha un problema, normalmente se lo risolve da solo), se ce lo stiamo creando noi, oppure se riusciamo ad evitare che domani si raffiguri un problema, misurando, analizzando, constatando, programmando, agendo.

Semplice, no! Certo, lo sarebbe se le aziende fossero fatte solo di numeri, macchine e capannoni.

Per fortuna, anche se qualcuno non è ancora pienamente concorde, le aziende, tutte, sono fatte di persone. E con persone non intendo il Ceo, Megadirettore, Consigliere, membri del Cda, etc.

Intendo tutti, trasversalmente, e mi ricollego ai Dipendenti e Collaboratori, riportati nel titolo. Viene chiamato Ambiente di Lavoro o Clima Aziendale. E’ intesa “l’aria che si respira” in azienda e raggruppa molteplici fattori, a volte molto complessi, per i quali ci vorrebbe un altro articolo.

Il concetto è molto chiaro agli addetti ai lavori. L’attitudine di trovarmi un lavoro che mi dia uno stipendio, anche se non mi soddisfa e anzi, mi provoca dei disagi, è finita con l’avvento delle ultime generazioni.

Attenzione! Teniamo la barra dritta! Chiaramente gli eccessi sono eccessi. Qui non stiamo parlando di svogliati od opportunisti, mi sto riferendo a giovani e non solo, che vedono il loro futuro diversamente da come lo vedevano i loro genitori o nonni! In relazione ed in funzione di questo stanno cambiando le aziende ed i manager si stanno impegnando per rendere le loro imprese allettanti per la nuova offerta lavorativa.

In questo caso è la Consulenza sotto forma di HR, Formazione e Coaching ad intervenire sartorialmente. E’ intesa come un punto di incontro fra il dipendente del futuro ed il cambiamento che deve mettere a terra l’ HR Manager (responsabile Risorse Umane) affinché si creino determinate condizioni di lavoro.

Le giuste condizioni di lavoro. Quello di cui entrambe le parti hanno bisogno.

Oggi il dipendente/collaboratore, verifica i dati e si tiene aggiornato sulle dinamiche aziendali., controlla l’andamento economico, sa leggere i bilanci, osserva come l’azienda si muove sul mercato, da la propria valutazione al clima aziendale, si preoccupa se vede troppo turnover.

E’ felice di ricevere formazione sia tecnica che manageriale, talvolta la richiede apertamente; si sente partecipe e responsabile della crescita aziendale.

Chiaramente non per tutti è così, oggi, ma si sta andando in quella direzione. E’ finita, in parte, l’era in cui le aziende fallivano se si facevano fallire e comunque un altro posto “lo trovo quando voglio”.

Il paradigma del lavoro è profondamente cambiato.

Ancora una volta, la Consulenza, fatta bene, non è più figlia di una necessità o di una innata volontà di crescita, bensì è da intendere come un processo che accompagna costantemente l’impresa e l’imprenditore per il raggiungimento degli obiettivi aziendali e personali.

Il compito di un buon manager, oltre alla comunicazione interna al fine della crescita aziendale è quello di comunicare verso l’esterno. Oggi ci sono innumerevoli strumenti social per la comunicazione, ed alla base c’è sempre un buon contenuto. Sono diversi i messaggi che partono dalle aziende e possono riguardare, appunto il clima interno, la predisposizione alla formazione del personale, numeri di fatturato in crescita, ed anche l’allineamento verso concetti ESG, etc.

Tutto questo viene racchiuso nel contesto della reputazione aziendale, molto apprezzata da clienti, investitori e fornitori. Si parla quindi di Web o Press Reputation, intesa come l’insieme delle strategie di comunicazione della reputazione di una azienda verso l’esterno. Nulla di nuovo, la reputazione è sempre esistita ed è sempre stata un obiettivo comune delle persone per bene. Come si sente spesso dire, la reputazione è quella cosa che impieghi una vita a creartela e la puoi perdere in un attimo.

Al giorno d’oggi, come dicevamo con l’avvento dei “social network” tutto è ancora più accelerato, quindi aziende più o meno grandi fanno molta attenzione ed impegnano molte risorse alla creazione e mantenimento della reputazione. Ovviamente tramite professionisti del settore.
Anche questa è Consulenza.

Per finire, risulta difficile, oggi, potersi ritagliare uno spazio permanente nel mondo dell’imprenditoria, senza essere accompagnati da una “risorsa esterna”, costante e puntuale chiamata Consulenza.

Filippo Scuto